Carcerazione amministrativa

29.09.2016 , in ((What do we mean by…)) , ((No Comments))

Solitamente, le persone recluse in carcere hanno commesso un crimine o un delitto (pena detentiva) o sono sospettate di averlo commesso (carcere preventivo). Eppure, nelle carceri svizzere si trovano centinaia di persone private della libertà per motivi amministrativi legati esclusivamente alla loro condizione di stranieri. Che cos’è la carcerazione amministrativa? Quando può essere ordinata nei confronti di un migrante? Quali sono le condizioni di detenzione vigenti in Svizzera in materia di carcere amministrativo?

Che cos’è la carcerazione amministrativa?

La carcerazione amministrativa è una misura coercitiva che consiste nel recludere una persona in un luogo di detenzione mentre le autorità: a) procedono agli accertamenti sulla sua identità o b) organizzano il suo allontanamento o la sua espulsione dal territorio svizzero. Secondo la Legge federale sugli stranieri (art. 75-78), essa ha come unico obiettivo quello di garantire l’attuazione della procedura di allontanamento e non deve perciò essere confusa con altri tipi di carcerazione di tipo penale.

Quando può essere ordinata?

La carcerazione amministrativa può essere ordinata dalle autorità cantonali (a volte anche dalle autorità federali) nel caso in cui una persona si trovi in situazione irregolare sul territorio elvetico. Ciò può avvenire quando una persona risiede in Svizzera senza un permesso di soggiorno o quando tale permesso le è stato ritirato (per esempio a causa di una condanna penale o della dipendenza dall’aiuto sociale). Un’altra possibilità è che la persona di origine straniera abbia presentato una domanda d’asilo e che l’autorità competente (la Segreteria di Stato della migrazione) abbia deciso di respingerla o di non entrare nel merito della domanda (questo accade per esempio quando un altro Stato membro degli accordi di Dublino è considerato responsabile per l’esame della domanda d’asilo). In alcuni casi eccezionali, la carcerazione può essere ordinata anche nei confronti di richiedenti la cui domanda d’asilo è ancora sotto esame.

Al momento di emettere una decisione di allontanamento, le autorità indicano solitamente un termine di partenza entro il quale la persona straniera deve lasciare il territorio nazionale e dopo il quale potrà essere soggetto a misure coercitive. Può succedere però che essa venga incarcerata prima o durante la notifica di tale decisione, senza avere quindi la possibilità di lasciare il territorio in modo autonomo (p. es. nell’ambito della procedura Dublino, se sussistono le condizioni per un’incarcerazione secondo l’art. 76a LStr).

I minorenni possono per legge essere soggetti al carcere amministrativo a partire dai 15 anni di età.

Quanto dura la carcerazione amministrativa?

Per legge, un cittadino straniero può trovarsi in carcere amministrativo per una durata massima di 18 mesi (art. 79 LStr). Solitamente la carcerazione viene ordinata per un periodo iniziale di al massimo tre mesi e può venire poi prolungata con il consenso dell’autorità giudiziaria cantonale. Nel 2015 la carcerazione amministrativa è stata ordinata in 5935 casi e la durata media è stata di 23 giorni.

Centri di detenzione o carceri penali?

Secondo la Legge federale sugli stranieri la carcerazione amministrativa deve essere eseguita “in locali adeguati”. L’art. 81 specifica che “[i]l raggruppamento con persone in carcerazione preventiva o che scontano una pena va per quanto possibile evitato”. Eppure esaminando la situazione a livello svizzero ci si accorge che la realtà è ben diversa. La stragrande maggioranza dei luoghi in cui viene eseguito il carcere amministrativo è composta da prigioni adibite per lo più all’esecuzione di pene detentive o alla detenzione preventiva.

Diversamente da molti altri paesi europei, sono pochissimi i centri svizzeri di detenzione – tra i quali quello di Frambois, noto per il film di Fernand Melgard “Vol spécial” – che recludono esclusivamente migranti in vista del loro allontanamento. Di conseguenza, in molte carceri svizzere si ha di fatto una coabitazione di persone private della loro libertà per motivi penali ed altre recluse per motivi amministrativi legati al proprio statuto legale di migrante irregolare. Anche se solitamente gli stranieri in carcere amministrativo vengono reclusi in un corridoio o in un piano del carcere, separati dagli altri, ricevono per lo più lo stesso trattamento, passeggiano (separatamente) nello stesso cortile e vengono sorvegliati dagli stessi agenti di detenzione.

Le condizioni di detenzione

In Svizzera si contano una trentina di luoghi di detenzione usati per la carcerazione amministrativa. Ognuno di questi prevede condizioni diverse per quanto riguarda la libertà di movimento all’interno del carcere, gli orari di visite, le possibilità di occupazione, e così via. A seconda del cantone e del centro o del carcere in cui si trova, un detenuto amministrativo può avere un’ampia libertà di movimento all’interno della struttura, la possibilità di lavorare durante il giorno e di cucinarsi un pasto o può ritrovarsi rinchiuso in cella 23 ore al giorno con la sola possibilità di uscire in cortile a passeggiare per un’ora. Nonostante la giurisprudenza in materia specifichi che le condizioni di detenzione debbano differire da quelle del carcere penale o preventivo, in molti casi vigono, come abbiamo visto, le stesse regole e limitazioni della libertà personale. Talvolta capita persino che all’interno di uno stesso carcere si trovino persone che scontano una pena in regime aperto o in semiprigionia (potendo quindi uscire dal carcere durante la giornata) e persone la cui unica colpa è non disporre dell’autorizzazione necessaria per soggiornare in Svizzera, che trascorrono invece le giornate rinchiuse nel carcere.

Sovranità e diritti umani

La detenzione per motivi legati al controllo migratorio è consentita dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Infatti, l’articolo 5 (par. f) stipula che una persona può essere privata della libertà per impedire l’entrata illegale nel territorio o se è in corso un procedimento di espulsione nei suoi confronti. Questa misura è giustificata politicamente dal principio di sovranità nazionale. Se la sua efficacia rispetto all’obiettivo che le è assegnato resta ancora da provare, è ovvio che questa pratica ha dei costi importanti in termini economici (ogni giorno di detenzione costa alla Svizzera diverse centinaia di franchi) e umani (diversi studi hanno dimostrato gli effetti negativi della carcerazione amministrativa sulla salute dei migranti). Inoltre, la carcerazione amministrativa contribuisce a stigmatizzare e criminalizzare le persone migranti, che vengono di fatto trattate come soggetti criminali.

Laura Rezzonico
Dottoranda, nccr – on the move, Università di Neuchâtel

 

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